Racconti di ferro

Racconti di ferro

Racconti di ferro di Michele Ruta

Una serie di manufatti che si ispirano, con spirito dissacrante e grande vitalità, allo spirito delle genti del Sud, riassunto in massime, modi di dire, detti, proverbi e metafore, pescate dalla ricchissima tradizione popolare delle Puglie.
Pezzi che raccontano la quotidianità dei paesi di quella terra, offrendo arguti squarci sulle dinamiche interpersonali che regolano l’eterno gioco della vita.
Una collezione che Michele Ruta ha realizzato tra il 2013 e il 2015.
Caratteristiche tecniche: tagliati in metallo da 1,5 mm – piegati e verniciati – misure: cm 10x15xh20

Entrare a vopa
Entrare in punta di piedi, fino ad occupare e invadere l’ambiente, ”luogo” fisico ed esistenziale, regno intimo di ciascun individuo.
In questo racconto di ferro, la dinamica interpersonale viene esemplificata giocosamente, attraverso la metafora del nuoto dritto e silenzioso della vopa, timido pesce, in rapida metamorfosi verso il poderoso e dominate polpo, che presto padroneggia e conquista la scena.

L’hanno sparata
La dinamicità immediata di alcune frasi dialettali baresi usate nel gergo della vita di strada, “la von sparat” o ”u von sparat”, termini bruschi proprio come uno sparo, immortalati qui in un oggetto rassicurante e domestico come un piccolo fermalibri metallico

Lanciarsi nei fichi d’india
Equilibrio precario in visione tragicomica, domina la scena di questo racconto di ferro.
L’imprudente ed audace azione dell’uomo che si lancia tra spinosi fichi d’india è guidata dall’irrefrenabile impulso di sfidare le conseguenze, liberando la scelta individuale dalla logica della convenienza, per restituire al libero arbitrio sfumature intense di fragilità umana…

Omega Tre
Pesci di taglia piccola, sardine e alici, in continua lotta per la sopravvivenza, da una parte e dall’altra rispetto alla linea sottile della vita: linea misteriosa e invisibile che raccoglie e delimita qui, ironicamente, proprio a trama dei nostri romanzi, il dramma e la gioia narrativa contenuta in ogni singola parola, in ogni sillaba, in ogni libro. Che cos’è un libro che amiamo infatti, se non una linea sottile e invisibile tra il nostro tempo e l’eternità?

Il Nuzzo stupido
Espressione molfettese (Molfetta, provincia di Bari) che indica “la mostella”, pesce che vive in profondità ed è considerato animale di scarso pregio. La pochezza qualitativa impropriamente attribuita, gli fanno guadagnare il titolo di “stupido”, a sottolinearne l’inferiorità, rispetto al più blasonato merluzzo.

Il Pescacciatore
L’istinto della caccia e quello della fuga, comuni a tutti gli esseri animati, si ricongiungono in quell’attimo unico in cui la preda si lascia intercettare dall’amo della vita, o della morte. E’ mistero del pescacciatore, che pesca o caccia per non essere a sua volta pescato, e fugge nelle sue “prede”. Ma da che cosa, o da chi, fugge il Pescacciatore? Chi è davvero? E soprattutto… Si lascerà mai pescare?

Metalmobbing

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